Lasciarsi alle spalle il suono cullante delle onde del Lago Maggiore, la vista sulle Isole Borromee, le barche a vela che scivolano tranquille sull’acqua al tramonto e ritrovarsi immersi in un’atmosfera elegante, sobria e raffinata, che strizza l’occhio a un Club di polo anglosassone, pur mantenendo tratti distintivi tipicamente italiani: ecco cosa accade appena si entra al Caffè delle Rose Bistrot.
Dopo un attento e minuzioso progetto di restauro degli ambienti, durato tre anni, per riportare a nuova vita uno dei bar storici del centro di Pallanza (VB), il locale accoglie, in modo intimo e riservato, in tre sale, ciascuna caratterizzata da un colore predominante: divani Chersterfield, pareti che vanno dal porpora al bordeaux fino all’ottanio (personalmente, la sala che preferisco), comode sedute rivestite in pelle.
E quando si pensa di aver visto tutto, se per caso si alzano gli occhi, si resta estasiati e senza fiato per un secondo: i soffitti in vetro e ferro battuto in stile Liberty sono ciò che sorprende dove proprio non ce lo si aspetterebbe! Alla mia espressione meravigliata, un cameriere mi ha sorriso, complice: “Pur guardandoli spesso, ogni volta incantano anche me!”
Il tutto accompagnato da sorrisi gentili, toni pacati, impeccabile accoglienza e da un leggero sottofondo musicale, in linea con il richiamo anglosassone.
Tutto è curato nei dettagli, dalle luci alle pareti in linea con lo stile e che diffondono una luce soffusa, ma abbastanza luminosa da rendere gli ambienti piacevoli, fino all’attenzione meticolosa per la temperatura della sala, che dona una sensazione ancora più ricercata a tutta l’esperienza.
Il menù comprende poche, ma significative portate, caratterizzate dalla capacità di sorprendere e rapire i sensi: piatti della tradizione piemontese e ingredienti tipici del territorio – anche se non tanti quanti mi sarei aspettata, come accade invece nell’altro ristorante dello Chef Patron – la curiosità viene rapita dai piatti di pesce di mare.
Il viaggio comincia da gnocchi di ricotta con dadolata di zucchine, fiori di zucca croccanti, pomodoro disidratato e piccole pepite di baccalà mantecato. Una tavolozza di colori: sul bianco degli gnocchi, morbidi ma consistenti al punto giusto, e del baccalà si stagliano rosso, arancione e verde delle verdure, in un susseguirsi di emozioni. Il profumo del mare, il contrasto di consistenze, l’equilibrio tra sapidità e dolcezza, invogliano a continuare fino all’ultimo boccone e fanno godere tutti i cinque sensi a oltranza.
Si prosegue con il polpo alla griglia, adagiato su crema di wasabi, con porro croccante, mandorle tostate e uvetta: già al primo assaggio, note dolci, avvolgenti, croccanti, speziate e piccanti si impossessano della bocca. Se si chiudono gli occhi, si viene trasportati in un viaggio tra Sicilia e Giappone, i cui sapori e profumi sono combinati in perfetto equilibrio.
Lo chef Massimiliano – Max – Celeste, 1 stella Michelin con il ristorante Il Portale, a nemmeno 1km dal Bistrot, gioca in un menù che vuole evocare sensazioni che sorprendono a ogni morso. E ci riesce alla grande. In cucina, il suo braccio destro Francisco interpreta alla perfezione ogni sfumatura.
Per un’esperienza ancora più completa, è possibile scegliere di cenare allo chef table, dove lo stesso Celeste illustra, prepara e impiatta le portate davanti ai commensali, ammaliandoli.
Interessante la vecchia ghiacciaia, oggi adibita a cantina, con una buona scelta di etichette, in cui è possibile farsi trasportare in degustazioni di vini.
Vino protagonista anche nel menù, dal momento che ogni piatto è accostato a un vino consigliato dal sommelier come perfetto abbinamento: a discrezione del cliente se assecondare il suggerimento, oppure optare per gli altri vini in carta.
Allora forse è questo il segreto del Caffè delle Rose Bistrot: un perfetto mix di luoghi, sapori, colori, profumi, suoni e colori che sanno rapire e trasportare in mille luoghi vicini o lontani, attraverso piatti che ancora adesso mi fanno tornare l’acquolina.
Un luogo, una cucina, un ambiente in cui i 5 sensi vengono stuzzicati e ampiamente appagati.
Una vera esperienza dei sensi.